DIETRO LE QUINTE DI PALAZZO GOPCEVICH

TRA I TESORI DELLA FOTOTECA DEI CIVICI MUSEI DI STORIA ED ARTE

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Come in un gioco di scatole cinesi, l’esposizione, frutto di accurate e pazienti ricerche d’archivio, mira a descrivere dapprima il contenitore, ovvero il palazzo che conserva i tesori fotografici, svelandone le vicende dei proprietari e degli inquilini dal 1850 a oggi, per poi approfondire, attraverso il fare dei maggiori protagonisti, la costruzione del più ricco archivio fotografico regionale che custodisce la memoria visiva della città di Trieste e non solo.
Nonostante Spiridione Gopcevich abbia probabilmente vissuto solo per un brevissimo lasso di tempo tra queste mura, il palazzo porta ancora oggi il suo nome perché a lui si deve la radicale e omogenea trasformazione dell’edificio che lo caratterizza ancora a distanza di oltre centosettant’anni. Molte foto documentano il palazzo ma non i suoi inquilini. Spetta ai censimenti il compito di lasciare testimonianza a imperitura memoria delle diverse estrazioni geografiche e di ceto sociale delle persone che convivevano in questo palazzo, nonché della loro lingua e religione. Il percorso descrive l’intreccio di relazioni che legano quel tempo passato alla storia più recente: nel 1865, Alberto Tanzi, bisnonno materno di Natalia Levi Ginzburg, paga l’affitto dell’appartamento al primo piano ai proprietari, ovvero alla ditta Morpurgo & Parente, del trisavolo paterno della scrittrice, Salomone Parente. Il medico Moisè Luzzatto risiede al terzo piano con i genitori mentre al quarto abita Vitale Laudi che diventerà dapprima direttore del ramo Vita delle Assicurazioni Generali e poi segretario generale sostituto. Suo vicino di casa è il giovanissimo nipote Arturo Rietti, figlio della sorella Elena.
Nel corso degli anni, i magazzini del pianoterra che oggi accolgono mostre e conferenze, hanno ospitato merci diverse: dall’avena proveniente dall’Ucraina al caffè Hausbrandt dall’intenso aroma.

Oggi il palazzo custodisce al terzo piano i tesori della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte.Il percorso, che si snoda come una passeggiata fotografica, consente all’archivio, che consta di circa tre milioni di fotografie, di raccontarsi. Alcune soste mettono a fuoco i personaggi che hanno contribuito alla costruzione dell’archivio fotografico, come il fotografo Pietro Opiglia. Il focus sulle storie personali e le relazioni professionali prova a strappare alla marginalità i numerosi coni d’ombra ingiustamente sedimentati, non solo nelle cassettiere.
Fotografi triestini, italiani o stranieri, collezionisti e galleristi consentono di documentare e rievocare i personaggi più o meno noti, gli eventi di cronaca e di vita quotidiana, i luoghi di Trieste e non solo, lungo un arco temporale che va dagli anni Quaranta del XIX secolo fino ai primi anni del XXI. Altre soste sono dedicate agli apparecchi fotografici, che danno conto del primario strumento necessario al racconto visivo, ma anche della sua evoluzione: manifesta espressione dell’inarrestabile progredire tecnologico.

20 dicembre 2023 -  7 aprile 2024
Trieste, Palazzo Gopcevich, Via Rossini 4
Dal martedì alla domenica dalle 10 alle 17.
Ingresso libero

DAL28 dicembre 2023

AL7 aprile 2024

LUOGOTrieste, Palazzo Gopcevich, Via Rossini 4

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