Patagonia di Niccolò Aiazzi

MIA Photo Fair presenta nello spazio dedicato alla fotografia d’arte dell’Università Bocconi, dal 19 Giugno al 19 Settembre, la mostra personale dell’artista Niccolò Aiazzi, Patagonia.

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Los tempanos #1, Campo de Hielo Patagonico Sur (Argentina), 2019 stampa giclèe su carta baritata di tipo prestige 340 gsm, 45×60 cm, con passe-partout e cornice 55×75 cm. Esemplare 1/7. Edizione 7 esemplari + 2 p.a.

Nel febbraio 2017 Niccolò Aiazzi attraversa in motocicletta la Patagonia cilena e argentina, partendo da Bariloche, attraverso gran parte della Carretera Austral e della Ruta 40, per terminare a la “fin del Mundo”, Ushuaia. Durante questo primo viaggio rimane profondamente colpito e affascinato dall’immensità e dalla forza di questi luoghi.
Nel gennaio 2019 torna nuovamente in Patagonia e precisamente nel Parco Nazionale Los Glaciares (nella provincia di Santa Cruz) con l’obiettivo di esplorare più a fondo questi luoghi. Qui percorre il Circuito del Cerro Huemul, un trekking in quattro tappe che segue per un lungo tratto la lingua del ghiacciaio Viedma fino alla sua fine nelle acque dell’omonimo lago. Dal muraglione terminale del ghiacciaio con grande fragore si staccano di tanto in tanto enormi iceberg che, trascinati dalla corrente, vengono a depositarsi nella Bahia de los Témpanos. Oltre il ghiacciao Viedma è possibile scorgere una parte dell’immensa distesa del Campo de Hielo Patagonico Sur. Questa immensa estensione di ghiacci perenni costituisce la terza calotta glaciale del mondo, dopo l’Antartide e la Groenlandia, ed è la maggiore riserva d’acqua dolce del Sudamerica. Ha una lunghezza di circa 350 km e una superficie di circa 13.000 km2 (circa due volte la Corsica), dei quali il 90% in territorio cileno. Affascinato da questo paesaggio lunare, Aiazzi con l’amico alpinista Guido Barozzi, realizza una spedizione attraverso i ghiacci del Campo de Hielo Patagonico Sur e quelli del ben noto Perito Moreno.

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Circo de Los Altares, Campo de Hielo Patagonico Sur (Cile), 2019 stampa giclèe su carta baritata di tipo prestige 340 gsm, 45×60 cm, con passe-partout e cornice 55×75 cm. Esemplare 1/7. Edizione 7 esemplari + 2 p.a

Dal materiale raccolto durante i reportage realizzati nell’arco degli ultimi due anni, Niccolò Aiazzi trae un racconto che narra di territori selvaggi fatti di terra, di pietra, di legno, di acqua e di ghiaccio, che scopriamo con lui straordinariamente carichi di poesia, di mistero e di silenzio, un’opera d’arte creata per noi dalla natura. La Patagonia si rivela parte della geografia di ognuno, anche di chi non c’è mai stato.
Luoghi fisici e meta-fisici, che trasmettono la forza e la potenza della natura ma allo stesso tempo la sua fragilità e i suoi limiti terreni. Si tratta infatti di paesaggi purtroppo in pericolo, che rischiano di essere distrutti o compromessi dalla civilizzazione e dall’inquinamento del mondo industrializzato. In un momento storico tristemente caratterizzato da cambiamenti climatici epocali, in cui la nostra sopravvivenza sul pianeta terra rischia di essere messa in discussione, il paesaggio da sfondo assume una centralità che è figlia della malinconia e di un senso di perdita. Non è un caso che in queste immagini la figura umana sia completamente assente, altrimenti evocata solo in due occasioni: tracce evanescenti nella neve che si perdono all’orizzonte e una strada (non più che un esile filo dispiegato nell’immensità̀). Ma è proprio la fondamentale co-appartenenza di uomo e paesaggio a dettare uno dei precetti meno eludibili dei nostri tempi, che richiede un profondo cambiamento di idee e di comportamenti, ossia la responsabilità nei confronti dei luoghi.

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Catedral de Mármol, Cile Chico, Aysén, Patagonia (Cile), 2017 stampa giclèe su carta baritata di tipo prestige 340 gsm, 40×60 cm, con passe-partout e cornice 55×75 cm. Esemplare 1/7. Edizione 7 esemplari + 2 p.a.

Vuelta de Hielo
“Vedevo la meta di fronte a me. Un grosso masso di roccia cremisi si ergeva su un orizzonte bianco, piatto, apparentemente senza alcuna forma e prospettiva. Il cielo plumbeo, sul quale come dipinte si muovevano veloci nubi lenticolari, spezzava la monotonia del paesaggio e tutto intorno era silenzio. Ma più camminavo, più non arrivavo mai.
Ne ho percorso solo una minima parte, dal Passo Marconi al Passo del Viento (circa 45 km di ghiacciaio e circa 30 km di avvicinamento su morene, rocce, sentieri). Solo una “vuelta” (giro), come dicono gli argentini. Ne ho percorso abbastanza però da sentire il richiamo dei luoghi selvaggi. Luoghi talmente distanti dal mio senso comune di bellezza da sbalordirmi, lasciarmi senza respiro, perso in un profondo senso di irrequietezza. Nulla vive qui, ma tutto è vivo.

La natura gioca con gli elementi in perenne mutamento. Forse è per questo che mi è concesso solo un momentaneo passaggio. Un’occhiata veloce, quasi a rubarne solo con lo sguardo la sua bellezza incontaminata.
Nel cuore dello Hielo, si erge un castello fatto di granito. E’ il Circo de Los Altares. Nel mio fantasticare è cosi chiamato per non scordare che chi governa questi luoghi non è l’uomo. Un altare eretto dalla Natura per fare muro tra il Suo mondo ed il nostro. Un monito per noi uomini, viaggiatori, ladri di una bellezza proibita, che passando per questi cancelli – come Ulisse attraverso le Colonne d’Ercole -, ci ricordiamo che siamo solo di passaggio su questa terra, mentre Lei è sempre stata qui. In perenne evoluzione muterà, anche a causa nostra, ma sempre esisterà.”

Università Bocconi
Foyer della sala ristorante
(piano seminterrato)
Via Sarfatti, 25 – Milano

Dal 19 Giugno al 19 Settembre 2019
Dal lunedì al venerdì: ore 9.00-20.00 / sabato: ore 10.00-18.00
Ingresso libero e gratuito

DAL19 giugno 2019

AL19 settembre 2019

LUOGOUniversità Bocconi - Via Sarfatti 25 Milano

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